Musicoterapia: quali applicazioni?

 “La Musicoterapia è l’uso della musica e/o dei suoi elementi (suono, ritmo, melodia e armonia) per opera di un musicoterapista qualificato, in rapporto individuale o di gruppo, all’interno di un processo definito per facilitare e promuovere la comunicazione, le relazioni, l’apprendimento, la mobilizzazione, l’espressione, l’organizzazione ed altri obiettivi terapeutici degni di rilievo nella prospettiva di assolvere i bisogni fisici, emotivi, mentali, sociali e cognitivi. La musicoterapia si pone come scopi di sviluppare potenziali e/o riabilitare funzioni dell’individuo, in modo che egli possa ottenere una migliore integrazione sul piano interpersonale e, conseguentemente, una migliore qualità della vita attraverso la prevenzione, la riabilitazione o la terapia“.

(Definizione tratta dal congresso del World Federation of Music Therapy, Amburgo, 1996)
 
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<<...prima di seminare il grano bisogna preparare il terreno. Per ciò che riguarda la musica in particolare, si commette frequentemente l’errore di mettere in mano al bambino uno strumento prima che egli sappia come usarlo. Ci siamo spesso lamentati del fatto che si insegni il pianoforte ai bambini prima di sviluppare la musicalità e cioè la capacità di sentire i suoni, di sentire i ritmi con tutto il corpo, di avere acquisito l’audizione interiore dei suoni, di avere interiorizzato il movimento prima che tutto il loro essere sia in grado di vibrare all’unisono con le emozioni artistiche. [...] L’allievo che ha piena fiducia nella propria coscienza del ritmo e del suono, che possiede una ricca esperienza delle forme del movimento e che è in grado di controllare perfettamente l’apparato muscolare, può oramai dedicare tutta la sua attenzione allo strumento e tale studio sarà per lui una gioia e non più una tortura...>> (Dalcroze EJ. Il ritmo, la musica, l’educazione, Torino: Ed. ERI, 1986)